A Roma c’è una maschera chiamata Meo Patacca.
Meo è uno sbruffone, un bulletto, un attaccabrighe. In fondo però è di animo buono, sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno.
Ha scritto su di lui Giuseppe Berneri nel 1695. Il poema è tutto in dialetto romanesco del 1600 e si intitola
MEO PATACCA OVVERO ROMA IN FESTE NEI TRIONFI DI VIENNA
La storia narra di questo popolano che si ritrova ad andare a combattere a Vienna assediata dai Turchi.
In Austria non ci arriverà mai ma il poema è l’occasione per raccontare di questo Meo, gradasso, convinto di poter liberare Vienna insieme ad una banda di sgangherati.
Come dite…..ATTENZIONE mezzo SPOILER!
L’artro giorno, con Cyrano eravamo alla ricerca di quarche firme su iutub.
Non so come, se semo imbattuti in “Meo Patacca”, co’ Giggi Proietti.
Se semo spaccati dalle risate pe tutto er firme.
C’ha na fidanzata ‘sto Meo che se chiama Nuccia. Essa convince tutti che l’omo suo è l’unico che po’ ferma li Turchi a Vienna.
Er cardinale arimedia li sordi pe’ la spedizone.
Nuccia ner frattempo, è corteggiata puro da un’artro, un certo Marco Pepe, roscetto e piccoletto. Questo ariva puro a fa un duello co la fionna contro Meo ma prima de finì, pe’ la fifa, scappa.
Meo parte co li sgangherati.
A’ ‘n certo punto Meo e i suoi s’ereno perzi. Credeveno de esse sulla strada de Vienna e invece aveveno girato intorno alle mura de Roma [memorabile quando, stanchi, affamati, co’ la nostalgia de casa, la telecamera se sposta tra l’arberi ed inquadra er “cuppolone”].
Nuccia lo raggiunge e riprende la strada con loro. Ariveno fuori da le mura de ‘na città. Meo entra pe’ primo, riesce fora tutto concitato e fa:
NUCCIA, VIENNA È TRASTEVERE!
Inzomma, ereno ritornati a Roma.
Er resto nun ve lo racconto ma, si volete, ve lo potete vede’ puro voi su iutub
Bello, il film, come anche belli sono i film sulla Roma papalina del regista Gianni Magni; parlano proprio di noi, perché vedendoli sembra di ricordare qualcosa di personale. Ma non c’è più, quella Roma, ammazzata dal fascismo.
I pataccari, invece, son sopravvissuti.
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Aivoja te se so’ sopravvisuti, peccato che so’ più scartri.
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Posso? So’ du’ scemi! Lei se dà da fa pe’ fallo ammazzà e lui… vabbè
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E si, ma ereno artri tempi, quando li Turchi manco se sapeva com’ereno fatti, si no’ pe’ sentito di’.
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Sì, manco se sapeva com’ereno fatti. Bisognerebbe poterlo domandare alle ragazze delle località costiere, quelle che non avevano fatto in tempo a scappare. Ma se si va in giro per le stesse località costiere, si individua bene il genoma.
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Il brutto genoma della violenza.
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Mica quel bel genoma di pace dei romano-barbarici.
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Bello sentirsi dalla parte della giustizia, via, cancellare anche dai libri la violenza che non sia dei bianchi, maschi eterosessuali e cristiani.
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nun l’avevi visto. quasiquasi nun ce sto a crede…
(vedi un po’ se me trovi “tosca” completo, che io nun ce riesco…)
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Credece, credece….
Guarda se te po’ anna’ bene ‘sta versione col tutor russo
http://kinomusorka.ru/en/directors-director-luigi-magni-films-film-la-tosca.html
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Una scuola di doppiatori a tutt’oggi insuperata la russa; non sono arrivato alle canzoni, ma nei prossimi giorni conto di vederlo tutto.
Non ci posso credere … i sottoaudii
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