L’aria de Roma nostra è un misto de scirocco e ponentino…..

PinelliPatacca52

Tavola der Pinelli, “Nuccia accetta Meo Patacca come sposo”

A Roma c’è una maschera chiamata Meo Patacca.

Meo è uno sbruffone, un bulletto, un attaccabrighe. In fondo però è di animo buono, sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno.

Ha scritto su di lui Giuseppe Berneri nel 1695. Il poema è tutto in dialetto romanesco del 1600 e si intitola

MEO PATACCA OVVERO ROMA IN FESTE NEI TRIONFI DI VIENNA

La storia narra di questo popolano che si ritrova ad andare a combattere a Vienna  assediata dai Turchi.

In Austria non ci arriverà mai ma il poema è l’occasione per raccontare di questo Meo, gradasso, convinto di poter liberare Vienna insieme ad una banda di sgangherati.

Come dite…..ATTENZIONE mezzo SPOILER!

L’artro giorno, con Cyrano eravamo alla ricerca di quarche firme su iutub. 

Non so come, se semo imbattuti in “Meo Patacca”, co’ Giggi Proietti.

Se semo spaccati dalle risate pe tutto er firme.

C’ha na fidanzata ‘sto Meo che se chiama Nuccia. Essa convince tutti che l’omo suo è l’unico che po’ ferma li Turchi a Vienna.

Er cardinale arimedia li sordi pe’ la spedizone.

Nuccia ner frattempo, è corteggiata puro da un’artro, un certo Marco Pepe, roscetto e piccoletto. Questo ariva puro a fa un duello co la fionna contro Meo ma prima de finì, pe’ la fifa, scappa.

Meo parte co li sgangherati.

A’ ‘n certo punto Meo e i suoi s’ereno perzi. Credeveno de esse sulla strada de Vienna e invece aveveno girato intorno alle mura de Roma [memorabile quando, stanchi, affamati, co’ la nostalgia de casa, la telecamera se sposta tra l’arberi ed inquadra er “cuppolone”].

Nuccia lo raggiunge e riprende la strada con loro. Ariveno fuori da le mura de ‘na città. Meo entra pe’ primo, riesce fora tutto concitato e fa: 

NUCCIA, VIENNA È TRASTEVERE! 

Inzomma, ereno ritornati a Roma.

Er resto nun ve lo racconto ma, si volete, ve lo potete vede’ puro voi su iutub

11 pensieri su “L’aria de Roma nostra è un misto de scirocco e ponentino…..

  1. Bello, il film, come anche belli sono i film sulla Roma papalina del regista Gianni Magni; parlano proprio di noi, perché vedendoli sembra di ricordare qualcosa di personale. Ma non c’è più, quella Roma, ammazzata dal fascismo.
    I pataccari, invece, son sopravvissuti.

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